La graphic novel è un vero e proprio genere letterario e, in quanto tale, ha il merito di proporre al pubblico ogni tipo di tematica; quella di cui vi voglio parlare oggi, “Alice nel mondo reale”, parla di cancro, per la precisione di cancro al seno, uno dei più grandi spauracchi della salute femminile, e parte a trattarlo da un motto che afferma “La vita dopo il cancro non è più la stessa…Ma in fondo, è quasi uguale“.
Questa graphic novel spagnola è stata realizzata dalla scritttrice Isabel Franc (conosciuta anche con lo pseudonimo di Lola Van Guardia) e dalla disegnatrice Susanna Martin nel 2012; la graphic novel ha avuto un successo internazionale infatti, oltre ad essere stata tradotta in italiano e pubblicata dalla Panini, è stata anche tradotta in greco, tedesco e catalano, oltre ad aver vinto il premio di “Miglior produzione lesbica”.
La storia tratta con ironia ma al tempo stesso rabbia e tristezza l’iter che ha dovuto percorrere la protagonista, Alice, a partire dalla scoperta del suo tumore al seno, tutte le cure e tutto quello che ha passato per doverlo combattere. Il richiamo all’eroina di Lewis Carroll è ovviamente voluto, e sottolineato dal contrasto che prevede come ambientazione delle lotte di Alice il mondo reale, fatto di amiche, di amore, di sofferenza e anche di grandissimi stronzi.
Alice e Isabel Franc hanno molto in comune: si somigliano fisicamente, sono entrambe omosessuali e affrontano con ironia la malattia che entrambe hanno passato, ma Alice nasce da una necessità che Isabel Franc ha riscontrato durante il trattamento del suo cancro, ovvero presentare un prodotto che rappresentasse una forma di intrattenimento durante le lunghe sessioni di chemioterapia, ma che al tempo stesso presentasse una fruizione facile, ragion per cui l’autrice ha optato per la graphic novel.
L‘affetto amicale è fondamentale in quest’opera, mostrato anche nelle sue sfumature più fastidiose poiché spesso, quando si affronta una malattia, tutto quello che si desidera è starsene da soli, in modo da riuscire a trovare le energie e le forze necessarie non solo per affrontare il tutto con coraggio, ma anche e soprattutto per trovare la forza di chiedere e di accettare aiuto. I consigli che Alice riceve, a partire dai rimedi della nonna come la pappa reale per rinforzare il sistema immunitario o l’uso ipoteticamente taumaturgico della calendula o dell’olio di rosa mosqueta da spalmare nelle zone dove viene fatta la chemio, sono accolti con divertimento ma anche irritazione, specialmente quando la sua direttrice le chiede di cavalcare l’onda della malattia e le chiede di scrivere un’opera che ne parli.
Alice, tra il paffuto gatto Farinelli e riflessioni che mostrano le paure e la difficoltà di accettazione che seguono dopo la diagnosi e i trattamenti, affronta il tutto in modo pragmatico, pensando anche a fare testamento e a chi dare il suo amato gatto qualora non dovesse farcela. Nel mentre mostra anche le reazioni che possono avere altre donne e altri malati in generale e quelle delle loro famiglie, che purtroppo non parlano solo di amore e di sostegno, ma anche di rifiuto e di isolamento nei confronti di chi è malato, visto a volte come un peso o, nel caso specifico delle donne, come non abbastanza tali per via dell’amputazione e della menomazione di una delle parti che, nell’immaginario comune, riconducono maggiormente alla femminilità: il seno.
Alice nella graphic novel parla anche del comportamento di alcuni medici, privi di alcun tipo di empatia verso il paziente e ormai talmente assuefatti al dolore da trattare le persone che devono curare come semplici numeri. “Alice nel mondo reale” è un’opera che parla di affetto ma anche di stanchezza e sofferenza, senza però cadere nella facile autocommiserazione o in una scontata vicenda tragica, producendo una narrazione ancora più di impatto poiché scevra di toni gratuitamente drammatici, ma semplicemente reale come il mondo introdotto dal titolo.
Anche i disegni di Susanna Martin, per quanto semplici e lineari, spesso riescono ad avere la forza di un pugno nello stomaco, specialmente durante le scene “mute”, ovvero quelle in cui è presente solo il disegno, senza alcun tipo di balloon che lo affianca.
“Alice nel mondo reale” è una graphic novel che consiglio soprattutto a chi sta cercando un sostegno nell’affrontare una malattia di un proprio caro, o per chi ci sta proprio passando, perché riesce a presentare con sincera ironia e semplice amarezza tutte le facce della medaglia, riuscendo però a dare forza e sostegno sdrammatizzando nonostante l’aria di Alice da “Calimero”. E poi lo consiglio a tutti coloro che a loro volta sono un po’ Calimero, il pulcino piccolo e nero lamentoso, che a volte non sanno da che parte sbattere la testa e si lamentano senza combinare niente. Io, che sono tutti e due, ne ho tratto conforto, ispirazione e divertimento.
Qualcuno di voi conosceva già questa graphic novel? O avete letto fumetti che trattano la stessa tematica? Se vi va, ditelo pure nei commenti!
Ps: Potete trovare la graphic novel, sia in formato cartaceo che Kindle, QUI!