Varese Pride, l’arcobaleno dopo il temporale

varese prideIl 18 giugno si terrà nella città di Varese il “Varese Pride”, manifestazione per la parità dei diritti a sostegno dell’orgoglio LGBT e mirata all’abbattimento di qualsiasi discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e dell’ identità di genere.
Considerata l’importanza dell’ evento non solo per la lotta volta al raggiungimento dei pari diritti anche nella città giardino, ma soprattutto l’impegno e la dedizione che molte persone di tutte le età stanno dimostrando nell’organizzare e nel diffondere gli ideali del Pride, ho voluto anche io dare il mio contributo.
Con enorme piacere dunque vi propongo questa intervista, per la quale ha risposto alle mie domande il portavoce degli organizzatori del Pride, Giovanni Boschini.

Molti suoi detrattori associano il Pride solo a lustrini e travestimenti.  Che cos’è, in realtà, il Varese Pride?

Il valore del Pride è profondo: tanto per cominciare è un corteo colorato, inclusivo, dove tutti possono sentirsi parte di una grande comunità, senza discriminazioni, senza insulti, chi partecipa può sentirsi finalmente libero al 100% dai pregiudizi.
Il significato di questo evento è profondo e deriva dai Moti di Stonewall, dalle repressioni della polizia americana nei confronti degli omosessuali negli anni ’60. Il nostro corteo è per chiedere un’inclusione sociale maggiore e gli stessi diritti dei cittadini eterosessuali.

Prima la manifestazione dei “Cattivi” in risposta alle sentinelle in piedi, ora il Pride. Varese sta cambiando?

Varese è sempre stata una città chiusa: siamo contenti di vedere che, finalmente, sempre più persone stiano scegliendo di vivere “alla luce del sole” il proprio orientamento sessuale, senza fidanzamenti di copertura, bugie o scuse. Lo dimostra il fatto che centinaia di persone scendono sempre con noi in piazza: omosessuali ma non solo, anche tantissimi cittadini eterosessuali che sono contro le discriminazioni.

La giunta comunale non ha concesso il suo patrocinio al Pride, suscitando disappunto e proteste. Cosa sta, secondo voi, alla base di questi attriti?

La giunta comunale ha valutato la richiesta sulla serie di un pregiudizio: il Pride è visto come una carnevalata, una fiera del trash. Non è così. Ci sarebbe piaciuto che un’istituzione fosse scesa in piazza con noi per tutti i cittadini, sarebbe stato un segnale molto importante.
Alla base di questi attriti c’è anche una chiara indicazione di partito e una paura verso le diversità.

Il Varese Pride è anche legato ad Insubria LGBT, gruppo apolitico promotore della parità di diritti per tutti gli individui, indipendentemente dal genere e dall’orientamento sessuale. Quanto è profondo l’impegno dei giovani di Varese e provincia nella causa LGBT?

L’impegno nella causa LGBT è profondo e sempre più sentito anche se sicuramente un tema del genere a Varese e provincia è ancora un tema caldo. Il nostro obiettivo è, entro pochi mesi, quello di riportare l’Arcigay dopo 15 anni di assenza in città.

Una Varese arcobaleno per i nostri figli, secondo voi sarà possibile?

Vogliamo una città più aperta e inclusiva, per tutte le famiglie e per tutti gli orientamenti sessuali. È il nostro obiettivo e siamo determinati: ci riusciremo!

vpride

Ringraziando ancora gli organizzatori del Pride e Giovanni Boschini, concludo l’intervista con questa mia postilla.

Il Pride è una manifestazione che appartiene a tutti. Perché lottare per un’umanità senza discriminazione e con pari diritti, significa lottare per avere e per vivere in un mondo migliore. E fidatevi: un mondo in cui l’amore non viene discriminato, lo è!

Per chi volesse saperne di più sul Varese Pride:

stayhungrystayqueer

3 comments on “Varese Pride, l’arcobaleno dopo il temporale

  1. Io faccio i complimenti agli organizzatori del Pride di Varese, é molto più semplice promuovere e partecipare al Pride in città grandi come la mia Torino (durante la manifestazione Svegliati Italia é salito sul palco anche il Sindaco e con lui gli assessori), Milano o Roma. Più difficile é smuovere le acque nella provincia, dove il pregiudizio resta più forte, proprio per il potere che la comunità con i suoi giudizi e pregiudizi ancora possiede. Non conosco la realtà lombarda, ma l’adesione ad un paio di schieramenti mi sembra la cosa più difficile da cambiare.
    Però nonostante il fallimento del ddl Cirinnà io sono convinta che un futuro più luminoso sia inevitabile, tutti insieme però possiamo accelerare i tempi!

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