Tanti auguri, amica mia

Ecco, comincio bene la mia ripresa blogghistica mandando all’aria tutta la scaletta mentale che mi ero fatta (“allora, comincio scrivendo di questo, poi faccio un post su quest’altro e vai di link a quest’altra cosa”: CIAONE!) e scrivendo di cuore, perché oggi è il compleanno di una persona speciale, il primo vero amore che io abbia mai conosciuto.
Perché sì, l’amicizia è una forma sublimata di amore, dettata esclusivamente dall’affinità caratteriale, alcuni direbbero anche spirituale, perché no, e lei è stata veramente un primo colpo di fulmine amicale, visto sui banchi di scuola e coinvolto da quel momento in poi in ogni giorno nella mia vita.
Sicuramente lei non leggerà neanche questo post, perché è per certi versi “diversamente informatica” preferendo il cartaceo sempre e comunque, ma non importa perché tutto quello che è scritto qui le viene detto spesso, dunque mi tolgo lo sfizio di raccontare di noi per il puro gusto di scriverlo (o di riscriverlo, corro il rischio di ripetermi come fanno gli anziani).Clarice ed io eravamo già fuori di testa a quattordici anni creando il suo soprannome durante le nostre numerose telefonate dopo la scuola, in cui io interpretavo il dottor Hannibal Lecter e lei era l’agente Clarice Starling (ecco, ditemi dove la trovavo un’altra che a quattordici anni era già così patita de “Il silenzio degli innocenti” come me). Facevamo delle gag che trovavamo divertentissime, in cui Hannibal si perdeva in strane grotte dietro la promessa di un piatto di fave e Clarice si ubriacava con il Chianti, per poi parlare con vocine da Chipmunk (speakerare era già una mia grande passione) perché all’improvviso nella nostra testa scoppiava una bombola d’elio.
Per chi se lo sta chiedendo no, non ci drogavamo.
Comunque, a parte le scenette demenziali, Clarice sin da subito mi ha conquistato con la sua limpidità d’animo.
Gli altri sognavano il motorino, lei voleva invece andare in Brasile ad aiutare i bambini delle favelas.
Tra i bisticci generali di fratelli maggiori e minori, lei sognava di allargare la sua famiglia sperando che i suoi genitori adottassero un fratellino con la sindrome di Down.
Sognava sin dalle elementari di diventare maestra, e oggi lo è diventata e si è specializzata nel sostegno, cosa che mi rincuora sulla scuola perché, se fossi madre di un bambino con bisogni particolari, sarei sinceramente sollevata e contenta di affidare il mio tesoro più grande nelle mani di una persona esperta e con così tanta vocazione come lei.
Clarice è buona e lo è sempre stata senza finzioni e forzature, ed è anche un po’ matta: non a caso lei è stata una delle persone che più mi ha sostenuto l’anno scorso, quando ho fatto una scelta che richiede un po’ di follia e volontà di aiutare in modo disinteressato (di cui parlerò prossimamente).
Clarice è discreta, ed è in grado da quattordici anni a questa parte di starmi vicino senza essere opprimente, riprendendo il nostro rapporto da dove lo abbiamo lasciato anche se non ci vediamo da settimane e senza mai un litigio da quando ci conosciamo. Clarice non alza mai la voce e sa ascoltare, non giudica e anche se non è d’accordo non lo fa pesare, accettando la diversità di opinione e di azione.
Clarice oggi compie gli anni, e per me è un bellissimo giorno perché si festeggia il compleanno di una delle persone migliori che conosca.
Tanti auguri, amica mia.

ioeclarice

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